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Anche l’Uisp per la modifica del Regolamento di Dublino

In vista dell’incontro del Consiglio europeo che discute di immigrazione, il 27 giugno l’Uisp ha partecipato alla mobilitazione europea

 

Chiedere asilo in Europa è un diritto, ma regole e politiche ingiuste continuano a far pagare a chi cerca rifugio l’incapacità dei Governi di affrontare sfide comuni con risposte comuni, come successo alle 629 persone bloccate in mare sull’Aquarius. La battaglia per la solidarietà europea non si fa sulla pelle delle persone in mare ma cambiando le regole sbagliate come il Regolamento di Dublino, che lasciano le maggiori responsabilità sui Paesi di confine. Il Parlamento europeo ha già votato a larga maggioranza per superare l’ingiusto criterio del “primo Paese di accesso” e sostituirlo con un sistema di ricollocamento automatico che valorizza i legami significativi dei richiedenti e impone a tutti i Paesi di fare la propria parte, come già chiedono i trattati europei.

Un’altra Europa c’è già, un’Europa che accoglie, aperta e solidale: mercoledì 27 giugno migliaia di barchette di carta in centinaia di piazze europee hanno chiesto ai Governi europei di fare la propria parte, di cambiare il Regolamento di Dublino nella direzione già indicata dal Parlamento europeo e di aprire vie legali e sicure per l’accesso in tutti i Paesi UE. L’Uisp ha aderito alla mobilitazione europea per la solidarietà e l’accoglienza, con l’hashtag #changeDublin e #EuropeanSolidarity.

Inoltre, l’Uisp ha condiviso e rilanciato il comunicato congiunto delle ONG italiane e maltesi sulla situazione relativa ai soccorsi in mare. “Pur accogliendo con soddisfazione i recenti sviluppi in relazione all’avvenuto sbarco delle persone a bordo della nave cargo Alexander Maersk – si legge nel comunicato - e la notizia dell’attuale coordinamento tra i governi italiano, maltese, francese e spagnolo, chiediamo che tutte le parti coinvolte permettano lo sbarco immediato delle oltre 230 persone soccorse in mare, tra cui bambini, minori non accompagnati e altri individui vulnerabili, che si trovano a bordo della nave da soccorso Lifeline. Pur comprendendo il bisogno di chiarire le responsabilità legali relative alla situazione, vogliamo sottolineare come la protezione della vita e della dignità umana debbano, in casi come questi, rimanere la priorità principale”.

“In qualità di organizzazioni rappresentanti la società civile italiana e maltese – scrivono ancora i firmatari del comunicato - ribadiamo il principio secondo cui qualsiasi contrasto politico relativo alla gestione della migrazione non può e non deve, in nessun modo, vedersi risolto a costo della violazione di norme internazionali e mettendo a rischio la vita e l’integrità fisica delle persone. Gli obblighi relativi alla salvaguardia dei diritti umani e all’assistenza umanitaria dovrebbero prevalere sempre su ogni considerazione di natura politica”.

Questi i firmatari del comunicato stampa: aditus foundation, African Media Association Malta, Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (AOI), CONCORD Italia, Coordinamento Italiano NGO Internazionali (CINI), COSPE Onlus, Foundation for Shelter and Support to Migrants, Integra Foundation, Jesuit Refugee Service Malta, Kopin, LIBICO, Link 2007, Malta Emigrants’ Commission, Migrant Women Association Malta, Moviment Graffitti, People for Change Foundation, Platform of Human Rights Organisations in Malta (PHROM), SOS Malta, SKOP, Terre des Hommes – Italy.